Intervista a Lucía Aleñar Iglesias, regista di “Forastera” – Alice nella Città

In occasione della 20a edizione della Festa del Cinema di Roma e di Alice nella Città, abbiamo deciso di dare voce ai registi presenti con opere prime. Interviste esclusive che ci hanno offerto ritratti personali empi di autenticità e urgenza. Ogni esordio è una promessa di rinnovamento per il cinema italiano, un atto di coraggio che trasforma un’esperienza intima in visione collettiva.
Nella sezione Concorso di Alice nella città 2025, debutta Forastera, opera prima di Lucía Aleñar Iglesias, prodotta da Lastor Media, Kino Produzioni, Vilaüt Films. La pellicola narra delle vacanze estive della giovane Cata, sconvolte all’improvviso dall’assurda e inattesa morte della nonna, di cui è l’unica testimone. Il dolore si trasforma quando, quasi per gioco, decide di impersonare la defunta. Quello che inizia come un semplice travestimento finisce per confondere i confini tra realtà e ruoli familiari.
Forastera ci mostra la trasformazione del dolore in un terreno di esplorazione identitaria. Cata attraversa i confini tra realtà e finzione, rivelando come il lutto possa diventare un gioco di proiezioni e sostituzioni. Il film indaga così il modo in cui la perdita, anziché distruggere, può generare nuove forme di presenza e di riconoscimento di sé. Nell’intervista che segue, la regista ci racconta la genesi del film, spiegandoci il vero significato del suo ingresso nel panorama del cinema italiano.
Che significato ha realizzare un film d’esordio nella scena cinematografica emergente di oggi?
È un grande privilegio aver realizzato il mio primo lungometraggio e poterlo portare in giro per il mondo, considerando il cinema indipendente sta vivendo, in generale, un momento senza precedenti. Anche se la strada da percorrere è ancora lunga, credo che il cinema emergente di oggi sia uno spazio più diversificato ed empatico, aperto al dibattito, alla condivisione di emozioni ed esperienze.
Quali sfide e opportunità affronta un regista con il suo primo lungometraggio?
Tutto ciò che riguarda la realizzazione di un’opera prima è un’esperienza di apprendimento. Può sembrare una posizione di grande vulnerabilità: imparare a difendere i principi creativi o affrontare contrattempi imprevisti può risultare schiacciante. Tutto viene messo in discussione. Spesso sei la persona con meno esperienza nella stanza, ma ho imparato a considerarlo un’opportunità piuttosto che un inconveniente. È un’occasione per assorbire quante più conoscenze e competenze possibili dai collaboratori, ma anche per offrire nuove prospettive sul processo di realizzazione di un film.
Cosa ti ha ispirato a scegliere questo tema specifico per il tuo film d’esordio?
Ero curiosa di esplorare il dolore in modo fantasioso e giocoso perché penso che il mio rapporto con il dolore sia stato a volte difficile da definire. Quando ho perso i miei nonni, ovviamente ho provato tristezza, vuoto e dolore, ma ho anche provato una strana sensazione che non riuscivo a esprimere a parole. Più ne parlavo, più mi rendevo conto che anche altre persone provavano sentimenti simili. Mi ha affascinato il modo in cui proiettiamo i nostri cari su luoghi, oggetti e altre persone.
Chi è la regista
Lucía Aleñar Iglesias, spagnola di Madrid, classe ’93, ha conseguito una laurea in Cinema presso la New York University e un Master in Sceneggiatura alla Columbia University. Il suo cortometraggio Forastera è stato selezionato in numerosi festival tra cui la Semaine de la Critique, ricevendo inoltre una nomination ai Premi Gaudí. L’omonima opera prima è stata sviluppata nell’ambito del programma Next Step della Semaine de la Critique e durante La Résidence di Cinéfondation.
Il film in pillole
FORASTERA – Opera prima
- Alice nella Città – Concorso
- Regia: Lucía Aleñar Iglesias
- Produzione: Spagna, Italia, Svezia
- Produttori: Lastor Media, Kino Produzioni, Vilaüt Films, Presenta, La Perifèrica Produccions, Fox in the Snow
- Cast: Zoe Stein, Lluís Homar, Núria Prims, Nonni Ardal, Martina García