Peppino e l’Unione Europea, il corto con De Filippo qui in anteprima
In contemporanea con la Conferenza Internazionale sull’Audiovisivo a Roma, presentiamo in anteprima in questo sito internet Partire è un po’ morire, interpretato da Peppino De Filippo e restaurato dalla Cineteca Nazionale.
Il cortometraggio è una farsa surreale, in cui si auspica un’Europa senza passaporti né dogane, come gli Stati Uniti d’America. Girato nel 1951, ipotizza un futuro che per noi è già storia: nel 2001, una presentatrice televisiva annuncia la trasmissione di una comica di cinquanta anni prima, quando viaggiare da un paese europeo all’altro era un’impresa rischiosa e complessa. Un uomo (Peppino De Filippo) e una donna (Margit Seeber) corrono da un ufficio all’altro per ottenere il passaporto e la licenza di matrimonio. Alla fine, dopo ulteriori e minuziosi controlli al posto di frontiera, i due decidono di cambiare progetto: vanno a vivere su un albero, augurandosi che un giorno, sul modello degli Stati Uniti d’America, vengano creati gli Stati Uniti d’Europa. Un sogno profetico che ha cominciato a trovare realizzazione nell’Unione Europea, già prima dell’avveniristico 2001 in cui è ambientato il cortometraggio. Parte del film, o forse tutto, è girato all’interno e all’esterno del CSC.
Il film appartiene al Fondo della famiglia Iannotta, depositato nel 2013 presso la Cineteca Nazionale, in cui si stanno scoprendo numerose rarità. Trovato da poco, restaurato dalla Cineteca nazionale viene presentato al pubblico, per la prima volta nella sua versione integrale, in questo sito internet, in contemporanea con il nono Festival del Film di Roma, in apertura della Conferenza internazionale Regulation: an industry at a crossroads, organizzata dalla direzione generale per il Cinema del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Il restauro in digitale 4k è stato effettuato partendo dai negativi originali scena e colonna conservati presso gli archivi della CN.
La regia del breve film è di Giacinto Mondaini, pittore, disegnatore, umorista, sceneggiatore, scrittore e collaborò con riviste come Il Corriere dei piccoli, Il giornalino della domenica, Candido e soprattutto Il Bertoldo. Da un suo racconto è stato tratto il film Darò un milione (1935) di Mario Camerini.