Intervista ad Alberto Palmiero, regista di “Tienimi presente” – Festa del Cinema di Roma
In occasione della 20a edizione della Festa del Cinema di Roma e di Alice nella Città, abbiamo deciso di dare voce ai registi presenti con opere prime. Interviste esclusive che ci hanno offerto ritratti personali empi di autenticità e urgenza. Ogni esordio è una promessa di rinnovamento per il cinema italiano, un atto di coraggio che trasforma un’esperienza intima in visione collettiva.
Nella sezione Freestyle Cinema debutta Tienimi presente, scritto, diretto e interpretato da Alberto Palmiero e prodotta da Kavac Film con Rai Cinema. Il film racconta il ritorno di un giovane regista disilluso nella propria città d’origine, dopo anni di tentativi falliti nella Roma del cinema. In questo rientro alla provincia, tra vecchie amicizie e nuove consapevolezze, si consuma il viaggio intimo di un uomo che riscopre se stesso proprio nel momento in cui sembra aver rinunciato ai propri sogni.
Con uno sguardo lucido e personale, Palmiero affronta il tema della disillusione generazionale, trasformandolo in un racconto di rinascita e riflessione sul senso dell’arte e della vita. Nell’intervista che segue, il regista ci racconta la genesi del film, spiegandoci il vero significato del suo ingresso nel panorama del cinema nostrano.
Cosa significa realizzare un’opera prima nel perimetro del cinema emergente di oggi?
Realizzare un’opera prima nel cinema emergente di oggi significa assumersi la responsabilità di offrire uno sguardo personale sul mondo. Non si tratta per forza di ambientare le storie nel presente, ma di restituire, attraverso conflitti, idee e valori, ciò che caratterizza la propria generazione. È un gesto tanto più necessario in una società segnata da incertezza e perdita di speranza, dove il bene non sembra più prevalere sul male. Esordire oggi vuol dire trasformare la propria visione in voce collettiva, dando rappresentazione a chi non si sente raccontato e ricordando a tutti che non siamo soli di fronte alle sfide dell’esistenza.
A quali sfide e opportunità si approccia un regista alla sua prima pellicola?
La sfida più grande per un regista esordiente è cercare l’autenticità: non imitare gli autori amati da spettatore, ma accettare i propri limiti personali, che inevitabilmente si riflettono nella regia. E proprio lì risiede anche la più grande opportunità: abbracciare quei limiti significa trasformare il cinema in un atto disinteressato, non fatto per se stessi, ma per il piacere di raccontare storie e restituire declinazioni sincere e autentiche della propria umanità.
Cosa ti ha spinto a scegliere proprio questa tematica come fulcro del tuo debutto registico?
Ho scelto di raccontare la mia storia personale come fulcro del mio debutto registico perché era ciò che conoscevo meglio e che sentivo più urgente. Ho fatto una scelta rischiosa, spesso sconsigliata: affrontare una vicenda mentre ero ancora immerso nel conflitto. Per me è stato un processo quasi terapeutico, perché nel film ho dato forma alle stesse paure che stavo vivendo. È un metodo che non so se saprò adottare in futuro, ed è proprio questo che lo rende giusto.
Quali sono i tuoi riferimenti cinematografici?
I riferimenti cinematografici per questo film sono molti e diversi: da un lato il Mumblecore americano e registi come Richard Linklater e Miranda July; dall’altro, il cinema indipendente europeo contemporaneo e i grandi maestri della commedia italiana e francese.
Chi è il regista
Alberto Palmiero, classe ’97 di Aversa, ha frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dove ha dimostrato il suo talento con i corti Il pesce toro, Luntano e Amarena, presenti in numerosi festival nazionali e internazionali. Tienimi presente è il suo primo lungometraggio.
Il film in pillole
TIENIMI PRESENTE – Opera prima
- Festa del cinema di Roma sezione: FREESTYLE Cinema
- Regia: Alberto Palmiero
- Produzione: Italia
- Produttori: Kavac Film, Rai cinema
- Cast: Alberto Palmiero, Francesco Di Grazia, Gaia Nugnes, Elena Fattore, Carlo Palmiero
- Durata: 80′