Al MIA il panel “Investment: for the Competitiveness of the European Audiovisual Industry”
Illustrati il fondo di garanzia e il fondo di equity. Borrelli: “Strumenti indispensabili per emanciparsi dai contributi pubblici e dalla forza contrattuale dei broadcaster“
Annunciato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, alla presenza di Roberto Viola, Direttore Generale per le politiche digitali della Commissione europea (DG CNECT), e del Direttore generale Cinema e audiovisivo Nicola Borrelli, l’incontro Investment: for the Competitiveness of the European Audiovisual Industry, organizzato dal Responsabile degli affari europei per la DGCA Bruno Zambardino in collaborazione con la DG CNECT e il MIA – Mercato Internazionale Audiovisivo, ha avuto lo scopo di spiegare gli strumenti a disposizione del mercato per finanziare le proprie opere tramite debito ed equity finance.
Nel suo saluto istituzionale, Giuseppe Abbamonte, Director for media policy and copyright, DG CNECT, ha spiegato nel dettaglio gli obiettivi del sottoprogramma MEDIA di Europa Creativa, ovvero promuovere competitività, innovazione e sostenibilità, coltivare i talenti, le competenze e stimolare la coproduzione transfrontaliera.
Gli strumenti finanziari oggetto del panel sono degli extra rispetto ai sostegni tradizionali ed hanno lo scopo di facilitare le relazioni tra il mondo dell’audiovisivo e quello della finanza. L’accesso a tali strumenti, pratica diffusa negli USA, in Europa è vittima di un pregiudizio – dovuto alla mancanza di informazione – che considererebbe troppo rischiosi gli investimenti nell’audiovisivo.
I due strumenti, elaborati in partnership con il Fondo Europeo per gli Investimenti, sono un fondo di garanzia e un fondo di equity. Si tratta di strumenti orientati al mercato che richiedono la sostenibilità dei progetti attraverso la presentazione di un business plan solido e credibile. Il loro obiettivo è rafforzare la competitività dell’industria europea dell’audiovisivo agevolando l’accesso ai capitali di rischio. Quello che si auspica attraverso questi strumenti è innescare una sorta di circolo virtuoso che renda l’industria indipendente dal punto di vista finanziario per poter competere oltre i confini nazionali, investire, avere più controllo sulla proprietà intellettuale delle opere e sui cataloghi e investire ulteriormente per lo sfruttamento dei diritti (es. film che diventa una serie tv o un videogame).
Il fondo di garanzia nasce nel 2016: nel 2023 sono stati firmati 22 accordi di garanzia con istituti di credito che ricoprono 23 paesi per un ammontare globale di 237 milioni di euro di garanzia che hanno mobilizzato 2,4 miliardi di mutuo: significa che ogni euro di garanzia le banche ne hanno prestati 10. Il 50% dei mutui è andato al settore audiovisivo, ne hanno beneficiato 7.000 piccole e medie principalmente spagnole (37%), italiane (quasi 30%), francesi (17%). Lo strumento di garanzia è stato rinnovato nel 2021 e 5 banche italiane hanno già partecipato.
Il fondo di equity è una delle azioni fondamentali di action plan di sostegno ai media adottata durante la pandemia, ed ha avuto l’obiettivo di creare la piattaforma di investimento MediaInvest. Il suo scopo è quello di mobilitare investimenti in equity pari ad almeno 400 milioni entro il 2027 utilizzando fondi del programma media e InvestEU. Le istituzioni finanziarie europee potranno partecipare alla manifestazione di interesse del fondo europeo di investimento che sarà aperta fino al giugno 2027.
Entrambi i fondi sono aperti, l’Italia ha partecipato al fondo di garanzia ma non ha ancora partecipato a MediaInvest.
Nicola Borrelli, Direttore generale Cinema e audiovisivo, nel rinnovare l’impegno su queste tematiche entro fine anno, ammette che il tema del rafforzamento finanziario non è ancora sufficientemente battuto in questo settore, che invece è molto più reattivo se si parla di sussidi e incentivi diretti. Tuttavia è un tema strategico, che segna la differenza tra un settore che vuole diventare autonomo e uno che vuole essere continuamente assistito. Rafforzare sul serio la produzione indipendente dal punto di vista finanziario significa non essere costretti a cedere parte dei diritti e a perdere, di conseguenza, la propria indipendenza. Un riflesso della debolezza finanziaria del settore è l’acquisizione di molte società di produzione italiane da parte dei gruppi internazionali. Un settore che vuole crescere ed emanciparsi dai contributi pubblici e dalla forza contrattuale dei broadcaster non può, dunque, prescindere da questi strumenti.
È utile dunque rendere noti agli operatori tutti gli strumenti che man mano vengono implementati in questo ambito. Industria e creatività sono due facce della stessa medaglia e devono crescere entrambe in modo equilibrato, altrimenti continueremo ad avere un settore fatto di piccolissimi imprenditori che non hanno la forza di realizzare progetti di ambizione internazionale.
Al dibattito sono intervenuti: Gianluca Massimi, Head of Division “Mandate Origination and Relationship Management” presso EC/EIB, che ha illustrato nel dettaglio gli strumenti, Andrea Scarso, Partner e Investment Director di IPR.VC, Carlotta Calori, produttrice e cofondatrice di Indigo Film.