Presentato al MIA il Rapporto ANICA “La distribuzione dei film italiani sui mercati esteri”
Il cinema Barberini, sede del MIA-Mercato Internazionale Audiovisivo, ha ospitato l’incontro di presentazione del rapporto “La distribuzione dei film italiani sui mercati esteri, imprese, dinamiche di mercato e fattori di sviluppo” che ANICA ha commissionato a eMedia.
La ricerca di quest’anno, finanziata dal Ministero della Cultura, è in realtà il secondo step di uno studio con sviluppo pluriennale che lo scorso anno si è focalizzato sull’analisi quantitativa e che quest’anno ha concentrato l’attenzione sugli aspetti qualitativi della circolazione estera dei film italiani.
Emilio Pucci, direttore di eMedia, ne ha illustrato le principali risultanze: fra il 2017 e il 2021 i titoli italiani venduti all’estero sono cresciuti del 123%. Le ragioni di questo risultato sono state spiegate dall’aumento delle coproduzioni internazionali; dall’arrivo di capitali internazionali; dal sostegno del tax credit; dall’affermazione sempre più consistente degli operatori SVoD (ovvero piattaforme come Netflix, Amazon, Disney che prevedono un abbonamento per fruire dei contenuti); dallo sviluppo della distribuzione internazionale (con la nascita di alcune nuove imprese).
I dati positivi così illustrati hanno tuttavia un altro lato della medaglia, che riguarda la scarsa competitività a livello internazionale delle imprese nazionali e la loro poca capacità di investire, anche in confronto con altri paesi che hanno maggiore disponibilità di fondi pubblici. L’Italia è inoltre penalizzata dalla produzione di poche opere di autori riconosciuti all’estero, molte opere a basso budget, una commedia poco esportabile, poche opere di genere, con pubblico in tutto il mondo. In Francia il budget per la produzione di film per la sala è stato nel 2022 di 1.182 milioni, in Italia di 580 milioni. In Francia le produzioni sopra i due milioni e mezzo di euro sono il 52%, in Italia il 25%.
Tra gli obiettivi indicati nella ricerca la necessità di moltiplicare le opportunità per le coproduzioni internazionali, creare le condizioni affinché gli operatori della distribuzione possano investire nelle produzioni e ritrovare il loro ruolo naturale nella catena del valore, promuovere film a budget elevato con vocazione alla circolazione internazionale, lo sblocco dei contributi automatici.
Il Direttore generale Cinema e audiovisivo del MiC Nicola Borrelli ha ricordato come la legge cinema abbia permesso di sviluppare un aspetto, quello delle vendite sui mercati esteri, che fino a pochi anni fa non era argomento di dibattito, tuttavia ancora oggi i principali film italiani hanno distributori internazionali e il Ministero è al lavoro per cercare di invertire questa rotta. Ricorda il lavoro in corso di adeguamento del sistema contributivo e annuncia l’apertura entro fine anno del tavolo per rivedere il decreto ministeriale e sbloccare il reinvestimento dei contributi automatici accumulati dai distributori italiani che vendono film all’estero: si tratta di circa 8,5 milioni di euro di stanziamento complessivo a partire dal 2017. L’invito per gli addetti ai lavori è quello di esaminare assieme il problema per trovare soluzioni condivise.
Il dibattito, moderato dalla Segretaria Generale Anica Francesca Medolago Albani, ha coinvolto anche Micaela Fusco, Presidente dell’Unione esportatori dell’Anica, Benedetto Habib, Presidente dell’Unione produttori Anica, Stefano Massenzi (Lucky Red) e Alice Lesort (Les Films du Losange), copresidente dell’Associazione europea degli esportatori di audiovisivi.