2 Settembre 2022

Economic impact of audiovisual and cinema productions on States and Regions in the USA and Italy – A Venezia 79 il panel per celebrare I 100 anni di MPA

Economic impact of audiovisual and cinema productions on States and Regions in the USA and Italy – A Venezia 79 il panel per celebrare I 100 anni di MPA
Si celebrano durante la Mostra del Cinema di Venezia i 100 anni della Motion Picture Association (MPA) e Cinecittà per la DGCA del MiC ha organizzato il 2 settembre preso l’Italian Pavilion (Lido di Venezia) un panel per cercare di comprendere, attraverso testimonianze di produttori, dati, statistiche e casi studio, quanto può influire, in termini economici, la realizzazione di un prodotto audiovisivo su un determinato territorio a partire da Stati Uniti e in Italia.

Il seminario è stato introdotto da Roberto Stabile – Advisor per l’Internazionalizzazione e Responsabile dei Progetti Speciali, DGCA-MiC a Cinecittà.

In apertura dei lavori, Charles H. Rivkin – Presidente e AD di MPA ha ricordato che l’industria cinematografica a livello mondiale vale 540 miliardi di euro, e quello europeo è il terzo mercato nel mondo, vale 121,7 miliardi di euro e genera 2 milioni di posti di lavoro nell’intero continente: un milione derivante direttamente dalla produzione e distribuzione e un milione in forma indiretta. Cifre a cui MPA ha contribuito in maniera significativa.

Ha ricordato come l’Italia sia una destinazione molto popolare per le produzioni internazionali cinematografiche e audiovisive per varie ragioni: le misure anti-covid adottate, il rebate, le location uniche.

Tra le produzioni girate in Italia Red Notice (Netflix), La Sirenetta (Disney), Indiana Jones 5, House of Gucci, la serie Ripley (Paramount), Mission Impossible 7 per la quale il comune di Venezia ha ricevuto mezzo milione di euro per 3 giorni di riprese nel palazzo Ducale.

THERE IS NO BUSINESS LIKE SHOW BUSINESS è il titolo della prima sessione moderata da Stan McCoy– Presidente e Managing Director, MPA EMEA

Lee Rosenthal – Presidente, Worldwide Physical Production, Paramount Pictures e Nickelodeon Studios, ha raccontato alcuni aneddoti nelle riprese di Top Gun Maverick, in particolare nella scelta delle location di alcune scene che richiedevano la presenza di vento. Ha inoltre ricordato l’esperienza italiana di Mission Impossible 7 che fu girato a Roma e Venezia nonostante la pandemia, impiegando una troupe di 750 persone e investendo in Italia 30 milioni di dollari.

Andrew Hall – Head of Government & Regulatory Affairs, NBC Universal International, sostiene che ci sono due modi per contribuire all’economia italiana: portare e distribuire le proprie produzioni in Italia, un luogo meraviglioso dove girare, e contribuire alla cultura italiana sia in Italia che esportandola all’estero. C’è tempo anche per accennare al cosiddetto cineturismo, il cui impatto ritiene sia probabilmente sottostimato. Il turismo, infatti, in Italia contribuisce al 13% del prodotto interno lordo e al 15% dell’occupazione. Come non citare No Time to Die (MGM) distribuito nel mondo da NBC, girato anche in Italia a Matera e Gravina dove numerosi operatori offrono tour attraverso i luoghi delle riprese?

Ancora cifre: Il 67% delle spese di produzione finisce in ospitalità, catering, trasporti, attività collaterali alla produzione stessa, finendo per contribuire all’economia locale. Il tax credit alla produzione è uno strumento che crea un circolo virtuoso di investimenti che porterà sicuramente NBC a continuare a investire in Italia.

Tra le altre produzioni arrivate in Italia, The American, girato a Castel del Monte, subito dopo il terremoto d’Abruzzo, Cyrano, girato in Sicilia, Fast and Furious 10, che ha coinvolto Roma e Torino.

Iole Maria Giannattasio – Responsabile degli Affari Internazionali e Giuridici, Unità di Ricerca DGCA-MiC, ricorda che alla bellezza e diversità dei paesaggi il MiC ha aggiunto lo strumento del tax credit che è cresciuto negli anni: partito nel 2009 con un’aliquota del 25%, attualmente ha raggiunto il 40% per le produzioni estere senza distinzione tra film e serie tv. Per il Ministero di tratta di un investimento perché attrae in Italia finanziamenti esteri, arrecando beneficio al territorio e all’occupazione. Il nuovo tax credit è entrato in vigore nel 2018; si è assestato nel 2019; ha subito gli effetti della pandemia nel 2020; ha iniziato a stabilizzarsi nel 2021. Le cifre, inizialmente altalenanti, dalla pandemia in poi sono cresciute in modo significativo.

Dal 2018 il tax credit per le produzioni USA ammonta a 144 milioni di euro, un totale di più di 3000 giorni di riprese in Italia in 4 anni. In questo periodo incerto le serie hanno realizzato 453 giorni di riprese l’anno, i film 270 per un totale di 723 giorni di lavorazione per le produzioni statunitensi. Le regioni italiane toccate sono state 13 su 20, a dimostrazione che alle destinazioni più conosciute si sono aggiunte quelle meno blasonate, come Matera, che 20 anni fa era totalmente sconosciuta ed oggi è un’importante destinazione turistica.

Alle produzioni statunitensi si aggiungono le co-produzioni Italia-Usa, 7 in tutto, una di queste Monica di Andrea Pallaoro, è in concorso proprio a Venezia.

Nicola Maccanico – AD, Cinecittà, parla della decisione del Governo di acquistare nuovamente Cinecittà, che era privatizzata dal 1995 e di investire sulla sua crescita. Negli ultimi 20 anni si è realizzato che il cinema è un’industria, con una grande eredità culturale e rilevanza culturale.

Parlando del futuro, sostiene che la crescita di Cinecittà andrà essenzialmente in tre direzioni: capacità produttiva, tecnologia, eco-sostenibilità (molto presto Cinecittà raggiungerà il traguardo delle emissioni 0). In questo momento i 19 teatri di posa sono pieni, un anno e mezzo fa ne erano in attività meno del 50%. La costruzione di nuovi teatri, il tutto esaurito e il fatto che il 70% dei teatri sia occupato da produzioni internazionali sono le ragioni per cui Cinecittà può essere un buon partner per l’industria americana.

Durante la seconda sessione, moderata da Stan McCoy – Presidente e Managing Director, MPA EMEA, sono stati presentati alcuni CASE STUDIES, alla presenza di Maria Pia Ammirati – Direttore, Rai Fiction, che ha presentato il punto di vista della serialità italiana dell’operatore pubblico, presentando, tra gli altri, il caso di Survivors serie in 12 episodi, diretti da Carmine Elia, è uno dei 4 titoli dell’Alleanza europea di Rai con France Télévisions e ZDF; Madeleine de Cock Buning – Vice President, Public Policy EMEA di Netflix, che ha ricordato come, dal 2015, Netflix abbia investito milioni di euro in film e serie italiane, di produttori italiani, con troupe italiane per storie italiane, ponendo l’accento su tre aspetti centrali: diversità delle regioni e città in cui Netflix ha lavorato, diversità dei generi, e diversità dei talenti; Marco Valerio Pugini – Presidente, Panorama Films e Associazione Società di Sevizi di Produzione (A.P.E.), che ha evidenziato con casi concreti come l’introduzione e aumento del’aliquota del tax credit abbia coinciso con la crescita delle produzioni in Italia; Alessandro Saba – Director Original Productions, The Walt Disney Company Italy, che ha raccontato l’intento di Disney di esportare all’estero un’immagine positiva dell’Italia, menzionando le riprese de I Leoni di Sicilia, Le fate ignoranti e il progetto The good mothers.

Il panel si è chiuso con l’intervento di Nicola Borrelli – Direttore Generale, DGCA-MiC, che ha ribadito le importanti misure messe in campo dal Governo italiano per sviluppare gli investimenti degli operatori italiani e internazionali. Il rapporto con il cinema americano, ha continuato, è molto forte ma ci sono ancora margini di miglioramento, come la necessità di rendere le misure più stabili e più semplici. L’intenzione dello Stato italiano di puntare su questo settore è chiara come dimostra l’investimento su Cinecittà. Nelle altre misure che saranno messe in campo, ha concluso il DG, gli americani saranno partner privilegiati, non solo dal punto di vista economico ma anche culturale.