Presentazione

La Direzione generale Cinema, dal 2019 ridenominata “Direzione generale Cinema e audiovisivo”, è entrata a far parte della struttura organizzativa del Ministero nel 2000 a seguito della devoluzione, operata dal decreto legislativo 20 ottobre 1998, n.368 istitutivo del Ministero per i beni e le attività culturali, delle attribuzioni in materia di spettacolo fino ad allora spettanti alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

In particolare, con il decreto legislativo 368/1998 sono state attribuite all’allora Ministero per i beni e le attività culturali le funzioni amministrative statali in materia di promozione delle attività culturali, in tutte le loro manifestazioni con riferimento anche alle attività cinematografiche.

Con la legge 4 novembre 1965, n.1213, la prima ad essere conosciuta come legge Cinema, è stato introdotto un sistema di intervento statale di sostegno economico destinato a coprire l’insieme delle attività connesse al settore cinematografico, dalla produzione all’esercizio.

Ma è con il decreto legislativo 22 gennaio 2004, n.28 (Riforma della disciplina in materia di attività cinematografiche, a norma dell’articolo 10 della L. 6 luglio 2002, n. 137) che assistiamo ad un primo organico e più sistematico intervento normativo, con l’istituzione di un Fondo per la produzione, la distribuzione l’esercizio e le industrie tecniche  per la corresponsione di contributi destinati alle esigenze del settore delle attività cinematografiche, Fondo  gestito dal Ministero avvalendosi di appositi organismi e mediante la stipula di convenzioni con uno o più istituti di credito.

Infine, con l’approvazione della legge 14 novembre 2016, n.220 Disciplina del cinema e dell’audiovisivo, abrogativa del precedente d.lgs 28/2004 e con l’adozione dei relativi decreti attuativi, è stato introdotto un nuovo meccanismo di funzionamento dell’intervento pubblico nei diversi ambiti del comparto. Con tale legge n. 220/2016, in attuazione degli articoli 9, 21 e 33 della Costituzione e nel quadro dei principi stabiliti dall’articolo 167 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea e dalla Convenzione Unesco sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali, la Repubblica italiana promuove e sostiene il cinema e l’audiovisivo quali fondamentali mezzi di espressione artistica, di formazione culturale e di comunicazione sociale.

Rispetto al precedente quadro normativo di riferimento, le novità più salienti hanno riguardato i principali pilastri dell’architettura di sistema, ovvero gli incentivi e le agevolazioni fiscali (tax credit), il riconoscimento dei contributi automatici e selettivi, nonché la corresponsione dei contributi alle attività e alle iniziative di promozione cinematografica. La nuova legge ha previsto altresì l’adozione di un Piano straordinario per il potenziamento del circuito delle sale cinematografiche e polifunzionali e di un Piano straordinario per la digitalizzazione del patrimonio cinematografico e audiovisivo nonché la modifica del sistema della revisione cinematografica con l’introduzione di una nuova disciplina regolatoria.

Il nuovo sistema di finanziamento è imperniato sulle dotazioni del “Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo”, previsto all’articolo 13 della legge 220/2016 e regolato, per la sua gestione, dal DPCM 20 maggio 2017 (adottato di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze e ripartito ogni anno con un apposito decreto ministeriale). Il complessivo livello di finanziamento degli interventi è parametrato annualmente all’11 per cento delle entrate effettivamente incassate dal bilancio dello Stato, registrate nell’anno precedente, e comunque in misura non inferiore a 750 milioni di euro annui.